Mi mancano i "miei ragazzi"
di Gianni Spigarelli, OA OTS
Non tutti mi conoscono, quindi mi presento: sono Gianni Spigarelli, uno dei meno giovani della Sezione. Come arbitro non ho fatto molta “strada”, come osservatore abbastanza.
Ho avuto però il piacere per sette anni di essere Organo Tecnico Sezionale. E’ stato un periodo indimenticabile, seppur impegnativo. Eravamo una bella squadra: Massimo come Presidente, Danilo con il sottoscritto Vice, l’efficientissimo segretario Nicola che era sempre in sezione, anche di notte.
Avevo, poi, degli ottimi collaboratori: l’affidabile Aldo, l’aiutante per le designazioni Roberto, nonché nonno Angelo.
In questi anni ho visto “nascere” e poi “crescere” molti ragazzi interessanti: Losito Raffaele, Mei, Pompei, Serfilippi, Carbonari, Gasparini, ecc… Altri, invece, si sono “persi” strada facendo.
I miei ragazzi, così li chiamavo, mi hanno dato tante soddisfazioni ed è emozionante quando li rivedo sui campi di serie D, eccellenza, promozione.
Lasciare dopo diversi anni è stato molto triste, ma dovevo farlo: quando questo incarico mi cominciava a “pesare” ho deciso, a malincuore, di lasciarlo. Ma mi mancano i miei ragazzi, le loro telefonate a fine gara, le loro ansie per gli osservatori avuti, la loro vicinanza in Sezione.
Per motivi familiari non frequento assiduamente la Sezione, ma seguo settimanalmente le loro designazioni e con diversi di loro mi sento ancora.
Ora, quando Massimo mi chiama per andare a vedere un arbitro, mi sento felice e cerco di trasmettere la mia esperienza di osservatore ai giovani. Non mi interessano la categoria o la rilevanza della gara. L’importante è far “crescere”, prima come uomo, poi come arbitro, i giovani Colleghi.
Agli arbitri dico: allenatevi perché è la cosa primaria. Vale la pena impegnarsi, frequentare la Sezione ed osservare chi è arrivato in alto. Coloro che hanno raggiunto traguardi importanti lo hanno fatto perché si sono impegnati e lo hanno voluto. Ognuno può ottenere ottimi risultati. In ogni modo, l’importante è divertirsi e stare tra amici.
Mi scuso se ho dimenticato di menzionare qualche nominativo, ma ormai la memoria non è come quella di Angelo, il giovane dei meno giovani…
Ho avuto però il piacere per sette anni di essere Organo Tecnico Sezionale. E’ stato un periodo indimenticabile, seppur impegnativo. Eravamo una bella squadra: Massimo come Presidente, Danilo con il sottoscritto Vice, l’efficientissimo segretario Nicola che era sempre in sezione, anche di notte.
Avevo, poi, degli ottimi collaboratori: l’affidabile Aldo, l’aiutante per le designazioni Roberto, nonché nonno Angelo.
In questi anni ho visto “nascere” e poi “crescere” molti ragazzi interessanti: Losito Raffaele, Mei, Pompei, Serfilippi, Carbonari, Gasparini, ecc… Altri, invece, si sono “persi” strada facendo.
I miei ragazzi, così li chiamavo, mi hanno dato tante soddisfazioni ed è emozionante quando li rivedo sui campi di serie D, eccellenza, promozione.
Lasciare dopo diversi anni è stato molto triste, ma dovevo farlo: quando questo incarico mi cominciava a “pesare” ho deciso, a malincuore, di lasciarlo. Ma mi mancano i miei ragazzi, le loro telefonate a fine gara, le loro ansie per gli osservatori avuti, la loro vicinanza in Sezione.
Per motivi familiari non frequento assiduamente la Sezione, ma seguo settimanalmente le loro designazioni e con diversi di loro mi sento ancora.
Ora, quando Massimo mi chiama per andare a vedere un arbitro, mi sento felice e cerco di trasmettere la mia esperienza di osservatore ai giovani. Non mi interessano la categoria o la rilevanza della gara. L’importante è far “crescere”, prima come uomo, poi come arbitro, i giovani Colleghi.
Agli arbitri dico: allenatevi perché è la cosa primaria. Vale la pena impegnarsi, frequentare la Sezione ed osservare chi è arrivato in alto. Coloro che hanno raggiunto traguardi importanti lo hanno fatto perché si sono impegnati e lo hanno voluto. Ognuno può ottenere ottimi risultati. In ogni modo, l’importante è divertirsi e stare tra amici.
Mi scuso se ho dimenticato di menzionare qualche nominativo, ma ormai la memoria non è come quella di Angelo, il giovane dei meno giovani…